Conosciamo tutti molto bene la definizione della prostituzione come “la più antica professione del mondo”. Il settore della prostituzione: squillo di strada e perfino gli appartamenti per quelle di lusso, non ha mai avuto crisi fino agli ultimi due anni. Questo settore ha fatto un giro di affari esorbitante e la globalizzazione economica ha reso possibile che essa si convertisse nel punto d’intersezione tra il nord ed il sud.
Sebbene sussistano delle differenze di disciplina da Paese a Paese, si possono individuare due modelli principali cui ricondurre la prostituzione c.d. indoor (il mercato del sesso al chiuso) e outdoor (prostituzione esercitata su strada).
La prostituzione virtuale
Sono sempre di meno le accompagnatrici che si pubblicizzano attraverso ambigui annunci sui giornali. Oggigiorno la donna fa uso della nuova tecnologia per contattare i propri clienti. La ‘strada’ dove si offrono i corpi di donne adesso è la Rete: forum online, social network e vetrine virtuali, questo nuovo fenomeno è in continua crescita.
Sul web ci sono diversi siti, veri e propri colossi, che vendono spazi pubblicitari ad escort che esercitano in Italia. I siti, pubblicizzano escort esibendo foto, video, dividendo per categoria e permettendo ai clienti addirittura di recensire la ragazza o di darle i voti, sia per quanto riguarda l’aspetto estetico che per quanto concerne le attitudini sessuali. Il prezzo medio delle professioniste del sesso in queste vetrine si può osservare come si sia adattato ai tempi che corrono. In molte città italiane, soprattutto al Sud, sono moltissime le escort che propongono prestazioni anche a meno di 50 euro.
Stigma sociale
L’associazione Grips (Gruppo di ricerca italiano su prostituzione e lavoro sessuale), spiega quali siano questi pregiudizi riguardo questo tipo di settore: il primo è la vittimizzazione, l’idea per cui chiunque guadagni dal lavoro sessuale sia vittima di abusi. In secondo luogo, nell’immaginario si pensa sempre alla prostituzione come un guadagno facile, comodo, a volte considerato addirittura antifemminista.
Ci sono vari movimenti che stanno cercando di sta sdoganare questi preconcetti, a promuovere e a semplificare le potenzialità di business di questi servizi ci pensano piattaforme come Patreon, FanCentro e, soprattutto, OnlyFans.
É fondamentale sottolineare come questa settore non debba diventare una prerogativa di tutte le donne, e che ciò non rende meno aperte mentalmente o meno femministe chi decide di intraprendere questo lavoro.